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L’Employee Journey dalla A alla Z.

Tutto ciò che un dipendente vede, sente e impara gli farà scegliere se rimanere con te o no.
Scritto da:
Alessandro Spoto
Aiutante:
Anna Cittadoni
Manager in Progress
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Dal momento in cui una persona visita la pagina “Lavora con noi” al momento in cui lascia l’azienda, tutto ciò che un dipendente apprende, fa, vede e sente fa parte dell’employee journey.

Mappare questo percorso dalla A alla Z permette alle aziende di:

– Spartire meglio le risorse di tempo.

– Spartire meglio le risorse economiche.

– Chiarire i ruoli di ciascuno nell’organizzazione.

– Identificare i momenti critici del lavoro di un dipendente.

– Migliorare l’esperienza del dipendente e aumentare drasticamente la talent retention.

Come si sviluppa una Employee Journey Map?

La mappatura di questo percorso del dipendente si chiama employee journey map.

Qui sotto vedremo le fasi che noi riteniamo essere più importanti, tenendo bene a mente però che si tratta di uno strumento flessibile che si può adattare alle circostanze specifiche di ogni azienda.

1) Trovare i candidati.

Ogni percorso del dipendente con un’azienda inizia con il reclutamento.

Per questa fase dell’employee journey experience chiediti:

– Come entrano generalmente in contatto i potenziali dipendenti con la tua azienda?

– Gli annunci online per i posti disponibili stanno generando un buon numero di candidati?

– Quando un candidato mostra interesse per la tua azienda, il processo è facile e conveniente per lei/lui? Ha abbastanza spazio nel modulo per spiegare perché sarebbe un buon candidato per la posizione?

2) Fase pre-impiego.

Questa è la fase in cui un candidato ha formalmente accettato un’offerta di lavoro ma non ha ancora iniziato ufficialmente a lavorare per la tua azienda.

Durante questo periodo, puoi iniziare a coinvolgere il nuovo dipendente e iniziare il processo per farlo sentire il benvenuto. Non limitarti alla sola mail di “Benvenuto!”.

Invita il tuo nuovo assunto a conoscere i suoi compagni di squadra presentandolo alla rete sociale aziendale. Digli come iscriversi alla newsletter interna dell’azienda in modo che possa rimanere aggiornato sugli ultimi avvenimenti.

3) Fase di onboarding.

Il dipendente non deve essere lasciato solo il primo giorno; l’accesso alla piattaforma aziendale deve essere pronto e funzionante, permettendogli di compilare i moduli delle Risorse Umane necessari.

Se il dipendente lavora da remoto, è importante programmare una videochiamata per presentarlo ai nuovi compagni di squadra. Per chi lavora in sede, è fondamentale presentarlo personalmente ai dipendenti chiave. Inoltre, il nuovo dipendente deve avere un programma di formazione chiaro e sapere cosa ci si aspetta da lui/lei nei primi giorni di lavoro.

4) Retribuzione.

Che te lo dica o no, una delle prime cose a cui un dipendente pensa è: “Quando verrò pagato?” oppure “Gli stipendi vengono pagati in tempo qui?”. Pensaci bene, è una questione lecita: la persona in questione potrebbe avere problemi di cassa se i dipendenti non vengono pagati in tempo.

Non serve scomodare altri HR. Fai in modo che le politiche di retribuzione siano accessibili a tutti, sempre.

5) Opportunità di apprendimento.

Uno degli aspetti che raccoglie più attenzione nell’employee journey è la formazione che l’azienda offrirà al dipendente.

Per offrire una formazione al massimo, renditi la vita semplice: proponi al 50% una formazione dedicata agli ambiti carenti della professionalità del dipendente e al 50% chiedi a lei o lui di cosa avrebbe bisogno per crescere.

Nota bene: c’è chi preferisce la formazione da solo da remoto e chi la preferisce in gruppo in presenza.

6) Riconoscimento.

Essere riconosciuti per i risultati ottenuti non è solo un desiderio nell’employee journey: è un vero e proprio drive sociale umano che influenza pesantemente le nostre decisioni.

È importante: cerca di ricordare i nomi di tutti i tuoi employee, cerca di conoscerne un po’ di storia personale, di aggiornarti sulla loro famiglia e vita privata.

E ricompensali quando fanno bene. Non tutte le ricompense sono economiche. Ecco in che modo puoi compensare i tuoi employee per un buon lavoro fatto:

– bonus monetario.
– citazione nella newsletter aziendale o nelle pagine social.
– uscita al cinema/teatro/cena offerta dall’azienda.
– retreat di team offerto.

7) Feedback.

Quanto spesso un manager discute individualmente le prestazioni di un dipendente? È un evento annuale o avviene ogni pochi mesi? Dopo il feedback, il manager aiuta il dipendente a migliorare, offrendo coaching e formazione?

In un ambiente positivo, il feedback supporta la crescita del dipendente, senza MAI umiliarlo. Sondaggi anonimi sul coinvolgimento permettono ai dipendenti di esprimere preoccupazioni, offrendo alla direzione l’opportunità di migliorare l’esperienza lavorativa.

8) Prospettive di Carriera.

Un altro degli aspetti più quotati nell’employee journey. I tuoi dipendenti apprezzano infinitamente se discuti con loro della LORO carriera. Apprezzano ancora di più se dai loro delle metriche per capire quando e come verranno promossi.

La fine dell’employee journey.

Succede per mille motivi diversi: famiglia, nuove passioni, trasferimenti. La fine di una carriera con te non va giudicata male. È importante mantenere delle buone relazioni e c’è anche un vantaggio a farlo.

Non è detto che la chiusura sia per sempre, e inoltre le persone spesso tornano alla stessa azienda anche in vesti diverse (da consulenti ad esempio).

E poi è una fase già complicata per tutti, vogliamo renderla il più positiva possibile per la persona che fino a ieri collaborava con noi.

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