D&I vs DEI: tutte le differenze
Cosa sono: pratiche? policy? strategie?
Tutte le persone che lavorano in un’azienda sono diverse. In realtà sia la D&I, sia la DEI sono allo stesso tempo:
- un insieme di policy.
- un insieme di pratiche.
- un insieme di strategie.
L’obiettivo è comune: essere più attenti al benessere di tutte le persone che lavorano in un’azienda, anche per il successo dell’azienda stessa. Ciò che è diverso tra D&I e DEI è gli ambiti di cui si occupano.
D&I vs DEI, i punti comuni ➕
Iniziamo dalle lettere che questi due acronimi hanno in comune.
D di diversity
D sta per diversity e cerca di riconoscere l’importanza e la bellezza della diversità in tutte le sue forme. Parliamo quindi di differenze di:
- età
- etnia
- lingua
- genere
- esperienze
- abilità fisiche
- orientamento sessuale
- tipi diversi di background culturale
Entrambi gli approcci mettono in condizioni di vedere la diversità non solo come un ostacolo alla comunicazione e collaborazione, ma anche come un’opportunità importante di contributo umano e professionale.
I di inclusion
I sta per inclusion e cerca di creare un ambiente di lavoro sano in cui tutti si sentano a proprio agio, coinvolti il più possibile nelle decisioni e nelle esperienze umane che il lavoro offre.
D&I vs DEI, i punti diversi ➖
La differenza principale tra D&I e DEI sta nel concetto di equity.
E di equity.
Se diversity vuol dire riconoscere le differenze tra noi e inclusion vuol dire non escludere nessuno per le sue differenze, equity porta le pratiche aziendali allo step successivo ovvero:
Dobbiamo creare condizioni eque per tutti.
Ma attenzione! ⚠️⚠️⚠️
Equity è diverso da equality.
Equity vs Equality.
Equality si traduce in italiano come ugualianza. In pratica applicare politiche di equality vuol dire dare a tutti le stesse opportunità, a prescindere dalle loro predisposizioni, capacità, situazioni personali. Per fare un paragone finanziario, equality è tipo quando un paese decide di applicare una poll tax, ovvero una tassa fissa, a prescindere dal reddito di una persona, diciamo ad esempio 100€. Per una persona del ceto basso però 100€ sono molti, mentre per una persona di ceto elevato 100€ non sono nulla.
Equity d’altra parte significa dare a ciascuno le opportunità necessarie, in base alle predisposizioni, capacità, situazioni personali. L’esempio finanziario in questo caso è una imposta progressiva, per cui chi quadagna di più darà 120 e chi guadagna di meno darà 80.
Nel DEI (ma non necessariamente nel D&I) equity può includere:
- Programmi di sviluppo personalizzati: Offrire mentoring e formazione su misura per aiutare i dipendenti provenienti da background diversi a raggiungere il loro pieno potenziale.
- Politiche di assunzione e promozione: Implementare processi che riconoscano e compensino le disuguaglianze sistemiche, assicurando che tutti abbiano accesso alle stesse opportunità di crescita.
- Accesso alle risorse: Garantire che tutti i dipendenti abbiano accesso alle risorse necessarie per svolgere il loro lavoro in modo efficace, tenendo conto delle loro diverse esigenze.
Conclusione.
Sia D&I che DEI trattano i temi della diversità e dell’inclusività, ma solo quest’ultima si occupa poi anche di creare condizioni pari per tutte le persone.
In generale la DEI si contraddistingue per:
- una maggiore misurazione delle disuguaglianze.
- un’analisi delle barriere strutturali che permettono ad alcune persone di fare bene il proprio lavoro e ad altre no.
- l’uso di inteventi personalizzati basati sulle caratteristiche individuali e sulle possibilità di ciascuna persona.
- un approccio in generale più olistico al problema.
Nella nostra Leadership Academy, la mitica Sara Franzoni ha insegnato a decine e decine di manager come essere più attenti alla diversità, all’inclusione, all’equità e anche al belonging, il senso di appartenenza.
Se non sapete cos’è la Leadership Academy, date un’occhiata qua!
Alla prossima 👋