Un anno di didattica a distanza: che cosa abbiamo imparato
Quali sono i pro e i contro della DAD dopo un anno di lockdown
È trascorso più di un anno dalla chiusura delle scuole a causa della pandemia da Covid, e dopo mesi di incertezza, che hanno comportato l’alternarsi di momenti di lezioni in presenza a momenti di didattica a distanza, la didattica in presenza è finalmente ripartita in molte scuole.
Per gli studenti, gli insegnanti e i genitori, è quindi arrivato il momento di riflettere sul lungo periodo trascorso in DaD.
Infatti, la nuova modalità digitale di fare scuola è ormai diventata la nuova realtà per gli studenti. Bambini e ragazzi hanno assistito al ridimensionamento di tutte le loro attività, dalla didattica alle relazioni sociali, all’interno di uno schermo. Il tutto in modo così rapido che in molti casi la transizione da fisico a digitale ha comportato non pochi problemi.
Che cosa abbiamo imparato dalla didattica a distanza
Nei mesi di didattica a distanza abbiamo imparato tantissimo: si sono create molte nuove competenze, sia soft skills, come la capacità di gestire il tempo e l’organizzazione dello studio da remoto, sia hard skills, come l’uso di strumenti tecnologici che, senza la DAD, avremmo impiegato anni per imparare ad usare.
Non sono mancate però le difficoltà: i ragazzi sono stati spesso sotto pressione o demotivati, e per i genitori non è risultato facile gestire questa nuova realtà. Molte volte, infatti, ci si è soffermati sugli aspetti più organizzativi e sanitari, ovviamente fondamentali in questo periodo, perdendo però di vista gli aspetti sociali.
Vediamo quindi nel dettaglio quali sono stati i pro e i contro di questa esperienza.
Aspetti positivi della DaD
- Una relazione nuova tra insegnanti e studenti: la didattica a distanza in questo periodo di confinamento forzato ha permesso agli insegnanti di entrare in una relazione nuova coi ragazzi, più affettiva ed empatica. In un certo senso la scuola potrebbe essere tornata alla sua funzione principale, quella di insegnare a costruire relazioni.
- In DaD molti insegnanti hanno adottato i lavori di gruppo, una metodologia che prima di questo momento non veniva presa in considerazione; si preferiva maggiormente l’approccio individuale. I lavori di gruppo mettono in gioco gli studenti in una modalità nuova dove si impara a collaborare e a mettere in pratica le abilità proprie di ogni individuo in relazione al gruppo, promuovendo anche l’autonomia e l’auto-controllo.
- Gli ambienti di apprendimento digitali hanno permesso ai docenti di avere traccia di ciò che fanno gli studenti e valutarne in maniera continua i successi e le lacune. Tutto ciò aiuta l’insegnante nel dare feedback costruttivi avendo una veduta più ampia e analitica, utile al miglioramento dello studente.
- La didattica a distanza è stata anche un’occasione per immaginare un nuovo modo di fare scuola, senza dimenticare l’importanza della relazione ma impegnandosi per innovare l’insegnamento e la valutazione formativa.
Aspetti negativi della DaD
- La DaD non ha favorito l’incontro e i legami tra i ragazzi: senza relazione, senza rapporto tra professore e studente e tra studente e studente, la scuola perde di significato e si svuota.
- Molti ragazzi tendono a perdere la concertazione molto più facilmente che in classe. Per loro è stato difficile mantenere un livello di concentrazione pari a quello che avevano in presenza in presenza. Stare molto tempo davanti al pc, per seguire le lezioni prima e per svolgere i compiti poi, è deleterio.
- Tra gli studenti ci sono stati problemi di connessione o di disponibilità del pc; spesso in famiglia non c’è un dispositivo informatico a testa e quello disponibile deve essere condiviso tra i vari membri.
- La DaD ha ampliato le differenze tra gli studenti più capaci ed autonomi e quelli con difficoltà. Molti ragazzi si sono sentiti poco compresi e ascoltati dai professori, mentre cercavano di esporre le proprie difficoltà di apprendimento.
- La didattica a distanza ha evidenziato la scarsa dimestichezza con la tecnologia da parte di docenti e alunni e loro famiglie, l’assenza di mezzi e supporti, la difficoltà nell’eseguire prove pratiche, verifiche, interrogazioni o test. Inoltre è risultato complesso per le famiglie gestire la didattica e l’insegnamento di più figli, soprattutto in famiglie numerose con i genitori occupati al lavoro.
Difficoltà a parte, se da questa esperienza in DaD forzata la scuola avrà imparato ad adottare nuovi processi digitali per semplificare la didattica e ad essere più empatica nei confronti degli studenti, allora non avremo trascorso invano questi momenti di difficoltà.
Crediamo che la scuola del futuro, quella che si sarà lasciata alle spalle la pandemia, saprà unire quanto appreso durante la DaD e integrare nel modo migliore la tecnologia come supporto per l’insegnamento.
Fino ad allora, non dovremo mai dimenticarci che la scuola non è solo apprendimento, ma anche e soprattutto relazione e possibilità di imparare a costruire rapporti sociali, nonostante le difficoltà.
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